
Apprendiamo da
questo articolo di Repubblica che l’
areoporto di Rimini è a rischio chiusura. Dovesse veramente avverarsi questa prospettiva sarebbe la mazzata finale al turismo straniero in Riviera Romagnola. Attualmente infatti l’aeroporto è intensamente usato dai turisti tedeschi come
mezzo alternativo all’automobile, perchè risulta in definitiva più conveniente: vuoi per i rincari di autostrade e benzina, vuoi per la politica low cost di molte compagnie di bandiera che partono dalla Germania e fanno scalo a Rimini offrendo prezzi sempre più competitivi. Si aggiunga che molti alberghi della Riviera hanno stretto
convenzioni particolari con l’Aeroporto e le compagnie di bandiera che operano in Germania per presentare un pacchetto all-inclusive comprensivo anche del biglietto aereo. Ebbene tutto questo andrebbe clamorosamente in fumo: anni di battaglie delle associazioni albergatori e delle aziende di promozione turistica letteralmente buttati al vento. Per non parlare dell’immane danno economico ad un comparto già ampiamente in crisi.Eppure l’aver inserito il nome del Federico Fellini tra gli aeroporti a rischio
sembra una forzatura. Nell’articolo infatti si parla di strutture che non arrivano neppure a centomila passeggeri all’anno, con l’esempio eclatante di Siena che ha faticato ad abbattere il muro dei mille passeggeri quest’anno. Ebbene il
Federico Fellini di Rimini ha annunciato in
questa nota sul sito ufficiale, di aver abbattuto il muro dei cinquecentomila passeggeri transitati quest’anno nello scalo riminese.Ora i casi sono due: o i giornalisti di Repubblica non si sono debitamente informati oppure si è inserito arbitrariamente Rimini tra una serie di scali che effettivamente ha poca ragione di esistere, visti i volumi di traffico (e tra questi anche Forlì). Ma a questo punto non si capisce a chi giovi questo gioco al massacro. E soprattutto come sia possibile annunciare notizie così gravi se poi non sono avvalorate da fatti concreti. Non resta che attendere un annuncio ufficiale dell’Aeroporto Fellini per smentire queste voci nefaste.